Il Marketing 3.0 di Kotler e il Caso Zalando

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Il mondo sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti sotto molti e diversi punti di vista. Tra i settori coinvolti in questo mutamento epocale c’è naturalmente anche quello commerciale, con tutte le conseguenze del caso.

In particolar modo, andiamo ad analizzare come il marketing si stia adattando a nuovi bisogni e nuove forme di comunicazione dando vita a quello che Philip Kotler definisce il “Marketing 3.0”, un modello di marketing in cui il consumatore non gioca più solamente un ruolo passivo, ma ne diventa il protagonista attraverso forze che trasformano i consumatori in individui più collaborativi e orientati verso un marketing culturale e spirituale: la partecipazione, la globalizzazione e la società creativa.

Grazie alle nuove tecnologie i consumatori ora possono esprimere se stessi. Parliamo naturalmente dei social media (blog, Twitter, Facebook, YouTube ma anche Wikipedia), tutti strumenti di gran valore perché possiedono una vastissima audience. Servendosi di questi è possibile innescare un network favorevole che condizioni i consumatori in maniera positiva attraverso la diffusione di opinioni ed esperienze personali.

Con la globalizzazione poi è possibile raggiungere chiunque, in ogni parte del mondo. E infine, con una società sempre più creativa, un sempre un maggior numero di persone che lavora in ambiti creativi riesce a unire tra loro consumatori, prodotti e nuove tecnologie in una società in cui la spiritualità sta pian piano rimpiazzando i bisogni primari. I consumatori infatti non sono più - o comunque non solo - alla ricerca di prodotti e servizi che soddisfino le loro necessità, ma di esperienze e modelli di business che tocchino il loro lato spirituale.

Detto questo vediamo ora come si applica in pratica questo nuovo marketing 3.0. Un caso emblematico su tutti è quello di Zalando. Solido e-commerce operante nel mondo della moda dal 2008 e presente in più di 14 paesi, Zalando punta ai giovani e con loro all’innovazione continua e alla novità: questa è la grande forza dell’azienda berlinese che dà lavoro a mille dipendenti con una media di 28 anni.

Su Zalando la relazione è tutto. Le strategie di link building si basano, tra le altre cose, su forti relazioni con i proprietari dei vari blog sempre nuovi e affini alla realtà dell’azienda, una buona attività di blogging e infografiche sui temi più disparati da condividersi sui social per attrarre il maggior numero di utenti e conquistare quindi numerosi link.

Zalando sta già percorrendo la strada giusta per un marketing del tutto “humancentric” ovvero con una particolare attenzione al cuore e all’anima del cliente, reinventandosi continuamente per soddisfare i sui veri desideri e, attraverso l’uso della tecnologia e soprattutto di Internet, rimanere sempre in contatto con ogni singolo consumatore.

Il modo più incisivo per intercettare i bisogni e i desideri di ogni consumatore, consiste quindi nello sfruttare ogni tipo di tecnologia a disposizione per ascoltarli e mantenere sempre attivo un canale preferenziale di comunicazione: proprio come nel caso dei social network.

Basta pensare che Zalando conta più di 120mila fan su Facebook solo nel mercato italiano e possiede un profilo su ogni social network utile e funzionale (Twitter, Pinterest, Google +). Gli utenti di Zalando usano i social network, e in particolare Facebook,  come una sorta di piattaforma per rilasciare commenti positivi, complimenti, lamentele ed eventuali dubbi; una sorta di customer service virtuale in cui Zalando risponde “personalmente” ad ognuno.

In questo modo quindi si instaura un clima di fiducia, che riesce a conquistare anche persone e popolazioni – proprio come quella italiana – ancora un po’ restii agli acquisti online. Anche una grande multinazionale quindi non viene più considerata un’entità astratta, ma una persona con cui parlare e con cui instaurare una relazione.

Infine, quella dei social network, se utilizzata correttamente, è una fonte preziosissima di feedback, positivi o negativi che siano, fondamentali per capire cosa piace maggiormente e cosa no, che aiutano quindi a evolvere costantemente in base alle sempre dinamiche esigenze del consumatore.  

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